Con la guerra in Ucraina, affari d’oro per l’Industria della Difesa, tra commesse per artiglieria e nuovi mezzi da combattimento.
Il settore dell’artiglieria non è mai andato in crisi. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia però, ha scatenato una corsa al riarmo nell’Unione europea. Se nel 2021 la spesa militare globale era già aumentata per il settimo anno consecutivo, nel 2022 ha superato per la prima volta nella storia i 2mila miliardi di dollari.
Acquisti di armi per l’Ucraina
La guerra in Ucraina scatenata dall’invasione russa sette mesi fa, ha provocato un incremento di acquisti delle armi. Il conflitto, diventato una questione globale, ha portato la spesa per la Difesa a livelli mai visti prima. Secondo i calcoli dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (Sipri) nel 2021 la spesa militare globale ha superato per la prima volta nella storia i 2mila miliardi di dollari. La spesa militare mondiale è aumentata dello 0,7% rispetto al 2020 e del 12% rispetto al 2012.
Aumenti in Ue
Per avere delle stime esatte sui costi per le armi dovremmo aspettare il bilancio del prossimo anno. Intanto possiamo rilevare con certezza che, nell’Unione europea, Germania, Danimarca, Romania, Italia, Svezia, Austria, Polonia e Paesi Bassi hanno annunciato aumenti della spesa per la Difesa. Complessivamente, questi aumenti ammonterebbero ad ulteriori 200 miliardi di euro di spesa aggiuntiva, in alcuni casi portando alcune nazioni ad andare anche oltre il 2% del Pil richiesto dagli impegni Nato.
La Germania il 27 febbraio scorso ha stanziato 100 miliardi di euro per gli investimenti militari dal bilancio del 2022. Al Vertice di Versailles del marzo scorso, i leader dell’Ue hanno deciso di incrementare gli acquisti e gli investimenti collaborativi nel settore militare. Per questo la Commissione e l’European Defence Agency hanno dovuto completare un’analisi delle lacune negli investimenti: tra quelle più urgenti c’è il rifornimento delle scorte, la sostituzione dei sistemi dell’era sovietica e il rafforzamento di quelli di difesa aerea e missilistica.
Benvenuti carri americani
I carri sovietici in Ucraina quest’anno sono stati sostituiti. Sono stati donati o venduti molti dei vecchi carri armati di diversi Paesi membri: la Polonia ha inviato circa 200 vecchi T-72 a Kiev, la quale ha firmato un accordo di 4,5 miliardi di dollari per l’acquisto di 250 carri armati Abrams statunitensi. A luglio l’Ucraina ha acquistato direttamente da Washington altri 116 usati per “rafforzare in modo significativo” il suo sistema di Difesa e mantenere la promessa di portare il budget militare a oltre il 3% del Pil.
Italia e Cina
In Italia poi stati già presentati oltre venti programmi di riarmo per un investimento totale che supera i 12,5 miliardi di euro. L’onere complessivo delle successive fasi dei programmi potrebbe superare i 22 miliardi di euro. Ma aspettate, anche la Cina non scherza. Se dal 1999 al 2021, la spesa combinata per la difesa dell’Ue è aumentata del 19,7%, quella degli Usa è cresciuta del 65,7%, quella di Mosca del 292% e quella di Pechino addirittura del 592% della Cina.